Personal branding per freelance e creativi: come distinguerti in un mercato affollato

“Vendere non è professionale e non fa per me”. Nel mondo freelance e delle professioni creative, quando si parla di personal branding, il primo pensiero di solito va all’autopromozione, al farsi pubblicità, al doversi vendere (leggi svendere) per avere clienti: essere su Instagram per accaparrarsi quel pezzetto di notorietà in più, a tutti i costi.

Subito dopo arrivano altri pensieri:
“Farsi pubblicità è da disonesti. Io non sono così…”
“I miei concorrenti sono squali che sanno vendersi bene, mentre io soccombo, non riesco a emergere!”

Forse anche tu, pensando al personal branding, provi qualcosa di simile.

Saresti in ottima compagnia.

Molte delle persone che accompagno nei miei percorsi di business coaching si sentono esattamente in questo modo. Sono copywriter, graficə, illustratricə, fotografə, web designer: freelance creativə talentuosə che vorrebbero emergere e differenziarsi dai concorrenti, percepiti come più scafati e intraprendenti di loro, ma si sentono bloccatə o disorientatə.

Il fatto è che scambiano il personal branding per la pubblicità: un equivoco che lə paralizza.

Se ti risuona, questo articolo è proprio per te.

Mi piacerebbe aiutarti a capire cosa è davvero il personal branding, perché dovresti iniziare a lavorarci su (potresti scoprire che, forse, lo stai già facendo, ma senza esserne consapevole) e quali passi seguire per renderlo uno strumento davvero utile per il tuo business da freelance.

Trovi anche alcuni esercizi che potrai mettere in pratica subito per iniziare a prenderti cura del tuo brand umano già da oggi.

Cos’è il personal branding (davvero)?

Il personal branding è la capacità di costruirci una reputazione, ancora meglio, una reputazione che anche gli altri ci riconoscono, all’interno del nostro settore. In pratica, è il motivo per cui le persone sceglieranno di affidarsi a noi e non ad altri ed è l’insieme delle azioni necessarie per far conoscere il nostro nome ai nostri potenziali clienti.

Online trovi moltissime definizioni di personal branding. Tra le tante, trovo che quella di Luigi Centenaro, primo personal branding strategist in Italia, sia la più calzante:

Personal branding significa
gestire in maniera strategica la tua immagine professionale.
Luigi Centenaro

Strategia e immagine professionale sono le due parole chiave su cui ti invito a focalizzarti:

  • Strategia, perché lavorare sul tuo brand personale richiede costanza, tempo e metodo, non è qualcosa che si improvvisa
  • Immagine professionale, perché il tuo brand umano dipende anche da come gli altri ti vedono, da quale percezione hanno di te

Indipendentemente dalla tua attività – di freelance, imprenditorə, liberə professionista o anche dipendente – il personal branding serve sempre. È ciò che ti distingue e che ti permette di influenzare in anticipo la tua clientela o il tuo datore di lavoro.

Certo, se hai un’attività in proprio, serve di più.

Non a caso, alcuni lo definiscono anche come il marketing applicato alla persona: fare di te stessə un brand umano. Ma, se ci pensiamo bene, ognunə di noi trae un vantaggio a essere riconosciutə come competente e affidabile nella sua professione, giusto? Quindi tutti hanno interesse a lavorare sul proprio personal branding, freelance e non.

Personal branding e personal positioning

Un concetto analogo e complementare a quello di personal branding è personal positioning, cioè il processo attraverso cui stabilisci come vuoi far sentire le persone che scelgono di lavorare con te. Per farlo, chiediti:

  • Quali bisogni soddisfi?
  • Quali desideri esaudisci?
  • Quali emozioni condividi?

Quando personal branding e personal positioning funzionano bene, puoi differenziarti dai tuoi concorrenti, senza snaturarti e senza troppi sforzi. E questo ci porta a definire cosa non è il personal branding.

Personal branding non vuol dire “sapersi vendere”, anzi

Personal branding non è sapersi vendere, ma evitare di farlo. È un assist importantissimo per le persone introverse (sicuramente come me e forse anche come te): persone che vivono con fatica il fatto di dover convincere gli altri di essere capaci, che trovano la vendita fine a sé stessa qualcosa di “brutto e sporco” o “un modo di fare da spacconi” (qui cito testualmente due delle espressioni che sento dire spesso nei miei percorsi: ti risuonano?).

È utile anche per le persone multi potenziali, cioè, quelle che hanno molti interessi e sviluppano competenze specifiche in campi diversi, tanto da portare avanti in parallelo carriere anche molto lontane tra loro. Ma che, proprio per questo, fanno più fatica a trovare quel fil rouge che accomuna i loro talenti e a comunicarlo. Ti riconosci in questa descrizione?

In entrambi i casi, c’è una buona notizia 🙂

Se lavori bene sul tuo personal branding, non avrai bisogno di vendere, perché saranno gli altri a cercarti: la tua credibilità e la stima che le persone hanno per te ti precederanno.

E questo accade molto più spesso di quanto pensiamo!

Per capire se è così anche per te, ti propongo un esercizio che faccio sempre nei miei percorsi di mentoring e formazione. Prova ad analizzare:

  • Da dove ti arrivano i clienti
  • Da quali canali o con quale modalità

Quando pongo queste domande in sessione, spesso mi sento dire: “I miei clienti arrivano da Instagram”. Ma, in verità, approfondendo meglio, scopriamo che non è così. L’esperienza mi ha insegnato che molti dei clienti che ci arrivano dai social hanno cominciato a farlo perché altre persone, che conosciamo molto bene, hanno parlato di noi. Quindi, in realtà, quei clienti sono arrivati dalla fiducia e dal passaparola, non da un funnel di marketing.

E i clienti che hai oggi? Da dove sono arrivati davvero? Potresti scoprire che sono giunti a te dalla fiducia che hai seminato in passato. E questo significa che hai già messo in moto gli ingranaggi del tuo personal branding. Ora devi solo metterli a sistema e trasformarli in uno strumento di cui sei consapevole e che ti permetterà di raggiungere i tuoi obiettivi di business e personali.

Sai già quali sono?

Per lavorare sul personal branding è importante fare chiarezza

Secondo me, per lavorare sul personal branding, serve sempre partire dalla chiarezza, lavorare sulle due grandi domande esistenziali – “Chi sono?”, “Cosa voglio (qual è la mia visione, quali sono i miei obiettivi)?” – e sulla fiducia, cioè, costruire relazioni e connessioni autentiche.

E poi definire perché facciamo ciò che facciamo, in che modo lo facciamo, in cosa crediamo, qual è il punto di vista unico che ci distingue da tutti gli altri. È molto legato al concetto giapponese di ikigai, cioè, qual è il tuo scopo nella vita e quindi anche nel lavoro (te ne parlo nella mia guida come diventare freelance e nella mia newsletter, dove trovi anche un esercizio per aiutarti a capire qual è il tuo ikigai).

Naturalmente, tutto questo deve avvenire in relazione al nostro modello di business, cioè all’insieme di elementi che, combinati tra loro, ci permettono di creare e distribuire valore, inteso come valore dei nostri prodotti o servizi, come persone e come professionistə.

Fare chiarezza ci aiuta ad avere le redini della nostra attività e a non lavorare trasportati dal caso. Non vuol dire avere la certezza che le cose andranno sempre per il verso giusto, ma saper riorientare la bussola ogni volta che ce ne sarà bisogno.

Il personal branding ha molto a che fare col mindset:
non è autocelebrazione, è chiarezza

I vantaggi del personal branding autentico: se lo fai bene, ti cambia la vita

Più clienti, più giusti per te. Un equilibrio armonioso tra le esigenze e le responsabilità della vita e del lavoro. Più chance per raggiungere i risultati economici che vuoi. Aggiungi liberamente cosa conta per te.

Il personal branding può aiutarti a raggiungere questi e altri obiettivi, quelli che desideri davvero. Ecco perché è importante fare chiarezza prima di iniziare a lavorare sugli strumenti di personal branding: sito, social, newsletter (ne parleremo tra poco). Non sto dicendo che sia la bacchetta magica che risolverà tutti i tuoi problemi di business, ma che ti permette di costruire un business più allineato a te e alla tua visione.

Lavorare sul personal branding richiede tempo e vuol dire essere costanti, stabilire una direzione e i passi da seguire. Ne vale la pena, se pensiamo che costruire un brand umano forte e riconoscibile ha degli indubbi vantaggi.

Le persone sceglieranno te, proprio perché sei tu

Innanzitutto, è il modo più pratico per trovare nuovi clienti – o fidelizzare i clienti che hai già e con cui vuoi continuare a collaborare – senza snaturarti. Se comunichi bene il tuo valore come professionista e come persona, se la tua offerta risponde ai bisogni e ai desideri dei tuoi clienti, puoi differenziarti davvero e le persone sceglieranno te, proprio perché sei tu. A quel punto, la concorrenza farà meno paura, anzi, probabilmente ti accorgerai che molti di quelli che consideravi concorrenti diretti non lo sono e la sensazione di “non essere abbastanza” si farà sentire, col tempo, sempre di meno.

Ti aiuta ad attirare i clienti con cui ti trovi bene

Un personal branding che funziona ti aiuta ad avvicinare le persone che davvero vuoi calamitare nel tuo business e allontanare quelle che in qualche modo per te non potrebbero funzionare: crea una cesura tra chi è distante da te e chi si riconosce nei tuoi servizi e soprattutto nel tuo approccio, nel tuo modo di fare e vedere le cose.

Come costruire il tuo personal brand umano

Gli approcci per iniziare a fare personal branding sono molti, il mio parte dall’identità, perché credo che la bussola di tutto siamo noi. Quindi si inizia definendo l’identità di brand (chi sei), poi si delinea il pubblico (chi sono i tuoi clienti) e il tuo perché (la tua Unique Value Proposition). Questa è la base. Seguono gli strumenti di marketing e comunicazione (sito, newsletter, social, networking…) e la brand identity intesa in senso “grafico”. Questi sono i passaggi, ma il filo conduttore è sempre lo stesso: comunicare chi sei e il tuo perché.

Quando la comunicazione è autentica, si vede.
E si vede anche quando non lo è.

1) Brand identity: chi sei, cosa offri e cosa ti distingue?

L’identità del tuo brand comprende tutti gli elementi che ti definiscono e ti rendono immediatamente riconoscibile. Per sapere quali sono, prova a rispondere a queste domande:

  • Chi sei?
  • Cosa vuoi fare nel tuo business da freelance?
  • Quali traguardi vuoi raggiungere?

Tutti noi abbiamo talenti, competenze, abilità ed esperienze che ci permettono di rendere proficuo e sostenibile il nostro lavoro. La parte difficile è riuscire a vedere il nostro valore, capire in cosa siamo diversə dagli altri e comunicarlo nel modo più efficace. Questo perché l’identità ha a che fare con noi come persone, prima ancora che come freelance.

Essere osservati e osservatori allo stesso tempo non ci permette di guardarci con obiettività. Trovare qualcuno che ci faccia da specchio come un mentore, un consulente o un business coach, per esempio, facilita certamente le cose, ma possiamo iniziare a lavorarci anche da solə.

Qui di seguito ti propongo alcuni esercizi che possono aiutarti a mettere a fuoco i tuoi talenti, il tuo valore e tuoi valori, e i tuoi obiettivi.

  • Scopri il tuo Superpotere
    Cos’è il Superpotere? È il tuo diamante unico: quel dono che ti ha sempre portato dei vantaggi e sempre te ne porterà. Ti sostiene e aiuta a realizzare i tuoi obiettivi e ti permette di risolvere i problemi quando sei in difficoltà.
  • Fai un’analisi SWOT
    Cioè, un’analisi dei tuoi punti di forza e di debolezza. La trovi nella mia guida per aiutarti a potenziare il tuo personal branding.
  • Fai una mappa dei tuoi valori, definisci i tuoi obiettivi
    I tuoi valori sono ciò che è più importante per te: le tue priorità. Per aiutarti a focalizzarli, ho creato un esercizio che puoi scaricare gratuitamente in fondo a questo articolo utile a definire i tuoi obiettivi e le tue priorità. L’ho chiamato proprio Riparti da te. Poi potrai stabilire quali sono i tuoi obiettivi dei prossimi mesi o anni: perché sono importanti per te è alla base della strategia di definizione del personal branding. Dove ti vedi tra 3, 5 o 10 anni? Che vita farai? Come sarà la tua giornata? Nel tempo, gli obiettivi possono cambiare, ma avere chiara la direzione ti evita di andare a caso.
  • Impara a darti valore
    So quanto sia difficile comprendere il nostro valore e ancor di più comunicarlo agli altri. Il problema è che spesso ci raccontiamo anche peggio di come ci vediamo realmente! Di solito non parliamo delle nostre gioie e dei nostri risultati, ma ciò che non diciamo, finiamo per non vederlo. Ecco perché dovresti provare a raccontarti in modo diverso.

 

2) Audience: a chi ti rivolgi e come puoi aiutare i tuoi clienti?

Un business allineato a te è anche un business pensato per aiutare le persone giuste per te. Siamo tutti spinti da due grandi forze: la motivazione pratica e la motivazione ideologica. La motivazione pratica è quella che ci porta a fare scelte legate a un nostro personale bisogno di organizzare la nostra vita (per esempio, lavorare solo un tot. di ore al giorno, perché abbiamo un determinato menage familiare o personale) o perché vogliamo raggiungere un certo fatturato. La motivazione ideologica è ciò che noi vogliamo per il nostro pubblico, cioè per i nostri clienti. Quindi dobbiamo individuare qual è quel pubblico.

Per capire chi è la tua audience, prova a chiederti:

  • Quali sono i tuoi attuali clienti?
  • Quali sono i clienti con cui desideri collaborare?
  • Come puoi attrarre ulteriori potenziali clienti in linea con i tuoi obiettivi?
  • Qual è il valore che puoi dare loro e come veicolarlo?

Sapere quale segno vogliamo lasciare nel mondo, nel nostro piccolo,
è una delle forze motrici del personal branding.

Riflettere su questo ti aiuta a rendere chiara la tua missione. Per definirla, ecco un altro esercizio. Prendi carta e penna e prova a chiederti:

  • È chiaro ciò che fai e come lo fai?
  • Si capisce come la pensi e qual è il tuo approccio?
  • È chiaro in primis a te? Se non è chiaro per te, non può arrivare agli altri.
  • Perché i clienti dovrebbero sceglierti o seguirti?
  • Perché i potenziali partner dovrebbero collaborare con te?
  • I tuoi potenziali clienti sanno quali sono i tuoi valori e come vedi il mondo?
  • Sanno qual è il tuo perché, come fai le cose e qual è il tuo DNA professionale?

Queste sono domande molto utili per definire l’identità e il carattere distintivo del tuo brand e quindi il tuo posizionamento.

3) Posizionamento di brand: qual è la tua proposta unica di valore?

Le domande che trovi nei paragrafi precedenti ti aiutano anche a mettere a fuoco qual è la tua Unique Value Proposition, cioè, quali benefici dai ai tuoi clienti e in che modo ti distingui dai tuoi concorrenti. Puoi usarli per costruire un “manifesto” che dica in maniera molto chiara cosa fai, perché lo fai, in che modo lo fai, in cosa credi, qual è il tuo punto di vista unico e cosa ti distingue dagli altri.

Prova a riassumere tutto in una frase: ecco la tua proposta unica di valore! Ciò che dovrà emergere in tutta la tua comunicazione.

4) Dove comunicare: strategia di marketing e canali

Stabiliti i pilastri del personal branding, puoi iniziare a comunicarti sui canali dove i tuoi clienti si trovano. Alcuni di questi sono indispensabili – penso al sito web, per esempio – mentre altri dipendono dalla tua attività e dalla tua audience: Instagram, LinkedIn, Facebook, ogni social ha il suo pubblico (e le sue storture, è vero, ma al momento non possiamo permetterci di farne a meno…).

Oltre a questi, puoi valutare anche la creazione di un blog e di una newsletter. Quest’ultima è un canale che personalmente amo molto. Infatti, la mia newsletter è al centro della strategia di personal branding che ho messo a punto per me.

Ultimo, ma non meno importante, il networking efficace. La tua strategia di personal branding dovrebbe considerare anche e soprattutto la costruzione di relazioni autentiche, perché sono queste che generano il passaparola virtuoso che ti porterà nuovi clienti.

E a quel punto, social, sito web e funnel di marketing saranno i luoghi che confermano la tua competenza e il tuo approccio.

5) Esperienza e coerenza: tutto deve comunicare chi sei

Anche la mail di risposta a un nuovo contatto deve parlare di te. Perché esperienza e coerenza sono alla base del modo in cui decidi di prenderti cura delle relazioni con i tuoi clienti e partner. Tutto dovrebbe parlare di te: dalla grafica del post, al modo in cui rispondi alle mail. Personal branding è anche questo. Se hai lavorato bene nelle prime fasi, facendo chiarezza a monte, comunicare in modo autentico sarà più semplice.

Un esempio perfetto di personal branding

Uno dei freelance che più ammiro è sicuramente Riccardo Scandellari (Skande). Oltre a essere un bravissimo docente, è anche un grande comunicatore. Autore di alcuni dei migliori libri in circolazione sul tema (li trovi in fondo a questo articolo), Skande conosce bene il personal branding e soprattutto sa metterlo in pratica alla perfezione. Per sua stessa ammissione, come me è una persona introversa, eppure è una delle figure di spicco nel mondo del marketing e della comunicazione. È l’esempio di come si possa portare avanti un business, senza “vendersi” e comunicando con autenticità.

Errori comuni e come evitarli

Quando si parla di personal branding, gli errori tipici che tutti sottolineano sono spesso gli stessi: copiare gli altri, parlare a tutti, mancanza di coerenza tra comunicazione online e offline (cioè, l’esperienza cliente che cozza con quello che si dice), focalizzarsi troppo sull’estetica e poco sul contenuto.

Ed è tutto vero.

Ma questi errori sono la conseguenza della mancanza di chiarezza.

Personal branding senza sale…

Proviamo a ribaltare la prospettiva insieme, per capire da dove nasce davvero il problema che ti impedisce di lavorare bene sul tuo personal branding.

Se ti chiedo “Cos’è che non ti soddisfa esattamente in questo momento nella tua attività di freelance e creativə?” Uno degli errori più comuni è quello di pensare che nulla stia funzionando.

Forse in questo momento sei un po’ delusə, frustratə, confusə e quindi pensi che tutto ciò che hai fatto fino ad ora sia da buttare alle ortiche. Invece, è molto probabile che ci sia qualcosa che magari sta già dando i propri frutti o che potrebbe darne nel tempo. Per valutare in modo corretto e non emotivo che cos’è che effettivamente non sta funzionando come vorresti, ti invito a chiederti se per esempio il problema è legato a una questione di:

  • tempo (forse il tuo equilibrio vita-lavoro non è soddisfacente)
  • luogo (forse il contesto in cui ti trovi non fa per te)
  • approccio (forse fatichi a comunicare con assertività)
  • offerta (i tuoi prodotti o servizi non rispondono bene alle esigenze del mercato)
  • comunicazione (il tuo sito web non ti rappresenta)
  • relazione con un particolare fornitore o con un “cliente balena” che assorbe tutto il tuo tempo e ti impedisce di concentrarti sul tuo business

Se c’è un problema nel nostro business o nella nostra comunicazione, legato ai nostri comportamenti o a una mancanza di chiarezza negli obiettivi, fare il sito, lanciare i social, stilare un piano editoriale, comunque, non lo risolve. Non possiamo lavorare bene sul personal branding.

Il piano editoriale e le altre azioni che puoi mettere in campo sono un investimento sbagliato o, nella migliore delle ipotesi, solo palliativi.

L’errore comune che vedo spesso è proprio questo: puoi avere tutto (sito, social, newsletter), ma se il tuo business e la tua comunicazione non sono allineati a te, alimentarli diventa insostenibile nel tempo.

Rischi seriamente di finire in un vicolo cieco senza accorgertene. E così inizi a copiare, creare contenuti senza scopo e senza una vera identità.

Senza chiarezza, il tuo personal branding sarà senza sale.

Quando dovresti lavorare sul tuo personal brand?

Ora potresti chiederti se c’è un momento migliore di un altro per prendere in mano il tuo brand. Secondo me lavorare sul personal branding è sempre utile, ma per unə freelance lo è ancora di più quando:

  • è all’inizio della sua attività. Moltə freelance creativə lanciano il loro business spintə dal desiderio di poter fare il lavoro che amano, ma senza una direzione precisa e senza sapere quali sono davvero i loro punti di forza. Così finiscono per perdere fiducia nelle loro capacità e sentirsi schiacciatə da scadenze, clienti e urgenze.
  • È freelance di lungo corso, ma si trova in una fase di revisione ed evoluzione del suo business. Forse non ha mai lavorato davvero sul suo personal branding o forse lo ha fatto, ma è passato del tempo ed è ora di fare un rebranding.
  • Sente di non riuscire a comunicare chiaramente il suo valore e quindi non raggiunge gli obiettivi economici che aveva stabilito, lavora con clienti che non sono in linea con lui o lei e si sente frustratə.

Ti ritrovi in una di queste casistiche?
Potrebbe interessarti sapere che possiamo lavorarci insieme con un mentoring individuale oppure, una sola volta all’anno, nel percorso di gruppo Scopri il tuo brand.

Consigli di lettura: libri sul personal branding

Se stai cercando qualche libro da leggere per lavorare sul tuo personal branding, ecco i miei consigli di lettura:

  • Fai di te stesso un brand. Essere autorevole e ispirare fiducia, di Riccardo Scandellari, edito da Dario Flaccovio Editore. L’ho già citato e di lui ti consiglio di leggere… tutto! Il suo blog, la sua newsletter, i suoi libri, i suoi post su Instagram e LinkedIn. Skande ha sempre spunti interessanti di riflessione e trovi consigli utili da applicare in concreto nel quotidiano.
  • Digital you. Fai carriera con il personal branding online, di William Arruda e Luigi Centenaro, un must-have sul tema. Pratico e ispirante, è perfetto sia se parti da zero, sia per chi è freelance da tempo.
  • Zero concorrenti. Come usare il brand positioning per differenziarti e farti cercare dai clienti, di Marco De Veglia, edito da ROI Editori. Una lettura veloce per capire cos’è il posizionamento e come differenziarsi.
  • Story driven di Bernadette Jiwa si trova solo nell’edizione inglese. Un libro ispirante e concreto sulla forza dell’autenticità. Trovi esempi e consigli per raccontarti senza snaturarti.

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