La partita IVA fa per te? La mia check-list in 5 punti
Dopo aver parlato in modo piuttosto concreto di cosa vuol dire avere la partita IVA, ci tengo a far emergere la mia parte “coach” e a darti una check-list per capire se la strada della libera professione fa per te.
Quando si decide, o si ipotizza, di mettersi in proprio gli aspetti da considerare sono tanti, ma secondo me sono indispensabili questi cinque:
- la consapevolezza di sé
- un progetto chiaro e sostenibile
- l’agentività
- la socialità
- la fame!
Te le spiego in breve una per una, con i miei consigli per ‘misurarli’.
La consapevolezza
La conoscenza di chi sei e del contesto che ti circonda è fondamentale per verificare se potrai fare il freelance nel lungo periodo. Dunque:
- analizza i tuoi punti di forza e le tue competenze, così sai sempre su cosa puoi contare, saranno il tuo perno nei momenti di sconforto
- confessati i tuoi limiti e le tue criticità, alcuni saranno superabili ma dovrai sempre farci i conti
- considera la tua situazione familiare (genitori, partner, figli) e accertati che sia tu, sia loro sarete in grado di reggere a uno scossone o eventuale situazione di instabilità.
Ancora meglio sarebbe partire da un’analisi SWOT, che è uno dei moduli del mio percorso Scenario.
Un progetto
Avere un progetto chiaro e coinvolgente è fondamentale per superare i momenti bui, che senz’altro ci saranno, e per non perdere la mira verso i risultati. Perciò:
- stabilisci quali obiettivi vuoi realizzare, a partire dalla tua vision e mission, e affrontali uno alla volta
- fai un piano d’azione definito e concreto, stimolante ma realistico, in accordo con i tuoi valori e le tue esigenze
- controlla regolarmente che gli obiettivi si stiano realizzando nei tempi previsti e non perdere mai il focus sui risultati.
Questa, mi rendo conto, è la parte un po’ più core, perché coinvolge anche il modello di business e la capacità di calarlo in obiettivi concreti e in un calendario operativo. Siccome so che da soli non è facile, ti rimando ad altri due tool:
- l’Ikigai, se non lo hai già fatto
- la guida su come formulare obiettivi smarter, che ho scritto per il Cambiamento Produttivo, il progetto che condivido con Chiara Battaglioni.
L’agentività o autoefficacia
Non so se conosci già questo termine, che è un calco del neologismo agentivity, in uso in America dagli anni Settanta. Essere agentivi o autoefficaci significa saper intervenire sulla realtà per far accadere le cose, generare efficacia con le proprie azioni. A questo scopo:
- serve una buona dose di ambizione e di audacia; se vuoi essere un freelance, l’azione è tutto
- osserva i successi degli altri, ma riconosci e festeggia i tuoi, perché così avrai la grinta giusta per essere sempre più autoefficace
- affronta le minacce con la convinzione di poter esercitare un controllo su di esse, sempre, in tutte le condizioni.
La socialità
Essere un lavoratore autonomo non significa lavorare da soli, anzi. Significa sapersi organizzare ed essere indipendenti, ma anche generare e gestire relazioni, costantemente. Per evitare di restare isolati, che è una tentazione ma anche un pericolo, l’antidoto è fare rete.
Circondati di persone che stimi e scegli con cura con chi collaborare; fai networking, vai a tutti gli eventi rilevanti che trattano i tuoi temi o vicini al tuo target; sii disponibile alla condivisione e tieni sempre una porta aperta verso gli altri, e più il tuo atteggiamento è genuinamente disinteressato e meglio è (ne parlavo qui: Come fare un networking efficace)
Eventi come il Freelancecamp o il Freelance Day, associazione come Acta o Rete al femminile o sono delle vere e proprie reti di protezione ed espansione.
E poi ascolta e impara da chi ti può dare stimoli e spunti utili, come gli autori e le autrici di Zandegù e le professioniste di C+B.
La fame
Eccoci all’ultimo punto, forse il più importante. Se vuoi metterti in proprio devi mordere il freno, sentire la pressione delle tasse da pagare, il desiderio di aumentare il fatturato. Altrimenti non ce la farai, non dico a crescere, ma ad avere quella motivazione che ti farà stare in piedi con dignità, affrontare le difficoltà, tendere sempre al meglio.
Se non hai fame non aguzzerai ingegno e creatività, e farai fatica a fare quelle azioni che magari ti pesano di più, ma fanno comunque parte del tuo lavoro. Finirai col tenere le tue risorse parcheggiate e renderai al minimo dei giri.