Interviste ispiranti: Vincenzo Di Maria

Una nuova intervista ispirante per ricordarci come, attraverso il proprio modo di essere e di fare, si possono raggiungere ottimi traguardi e continuare a lavorare ogni giorno per migliorarsi.

Ho conosciuto Vincenzo Di Maria solo pochi mesi fa e iniziare a condividere spazi di lavoro e progetti è stato facile: naturale, direi. Vincenzo è uno straordinario professionista e una persona positiva, gentile,  disponibile, decisamente un agentivo, capace di trasformare le idee in azioni, e attivare quel meccanismo che consente agli individui di fare accadere le cose.

Sempre che non sia in giro per l’Italia o per l’Europa, puoi trovare Vincenzo nel suo studio di Bologna in Via Oberdan 19, un bellissimo spazio che si chiama Oberground e che ospita anche me e altri professionisti.

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E adesso goditi l’intervista!

Raccontaci chi sei, che lavoro fai, perché hai scelto di farlo e come sei arrivato alla realizzazione nel tuo lavoro.

Mi chiamo Vincenzo e sono un service designer. Fin da piccolo sono sempre stato uno che amava pensare e agire in modo creativo, ho trovato in questo lavoro il campo di applicazione perfetto per le mie inclinazioni: mi piace poter essere allo stesso tempo un progettista, un consulente, un formatore, un facilitatore.
Oggi lavoro per commonground, lo studio che ho fondato insieme alla mia socia, e collaboro con altre persone con cui condivido idee e progetti (tra cui Fulvia!).

Amo il cambiamento, e sono sempre stato affascinato dai modelli mentali e comportamentali delle persone: quello che cerco di fare con il mio lavoro è incoraggiare nuovi modi di fare, nuovi comportamenti. A volte il risultato è un cambiamento di stato, una nuova consapevolezza, altre volte invece è un cambiamento di esperienza, nuovi flussi e interazioni nei servizi che aiuto a progettare.

Le mie giornate sono sostanzialmente di due tipi: quando sono in studio sono giornate di pianificazione, riflessione, si organizzano priorità e azioni, si scrivono i programmi e report, si preparano le attività, si negozia con i clienti, in sostanza si progetta. Poi ci sono le giornate in trasferta, ovvero di erogazione. Si lavora presso il cliente facendo formazione e workshop.

Quest’anno abbiamo aperto uno spazio di lavoro condiviso in centro a Bologna, un posto dove incontrarsi e confrontarsi. Si chiama Oberground perché sta in via Oberdan, essendo al primo piano ricorda l’Overground londinese e vuole essere un “playground” per lo scambio di competenze.

Quanto pensi sia importante avere a cuore la propria crescita personale? Quali sono i risultati più soddisfacenti che raggiungi nel tuo lavoro grazie ad una buona attitudine mentale?

Lavoro in un ambito legato all’innovazione, dove c’è sempre una tensione verso la scoperta, il cambiamento come unica costante, le richieste dei clienti sempre diverse. Allora la resilienza diventa fondamentale, sia nel lavoro che nella vita quotidiana, e per me va di pari passo con la crescita personale: come aumentano le competenze, così aumentano la consapevolezza e la capacità di riconfigurarsi come professionista, mantenere un equilibrio positivo tra vita privata e lavoro.

L’attitudine fa spesso la differenza: parlando di service design il mercato in Italia è ancora poco maturo, ed è stato importante negli anni mantenere un atteggiamento positivo, oltre ad avere l’incoraggiamento e i feedback di colleghi e clienti. Un piccolo passo alla volta, lavorando in modo spesso sperimentale, cercando e definendo costantemente la propria dimensione.

 

Quali sono i risvolti più appassionanti del tuo lavoro e quali le difficoltà che ti trovi ad affrontare più spesso? Cosa che ti fa svegliare carico e motivato la mattina per iniziare la giornata lavorativa e cosa, invece, ti butta giù?

Per natura sono ottimista, mi viene naturale vedere il meglio delle persone e fidarmi delle loro capacità, e questo spesso è stato apprezzato da chi lavora con me. Una cosa che mi fa particolarmente piacere sono i clienti o i miei studenti che a distanza di anni si ricordano di me, di un corso a cui hanno partecipato, o di un progetto in cui ho lavorato, e che magari hanno vissuto dei cambiamenti personali o professionali dopo quell’esperienza. Mi fa capire che sono riuscito ad andare oltre la singola disciplina, gli strumenti, i processi, che è il modo in cui le cose vengono dette che fa la differenza per tante persone. Sapere di aver piantato piccoli semi e poterne vedere i risultati a distanza di tempo è la cosa più entusiasmante del mio lavoro.

Allo stesso tempo devo lottare ogni giorno con la scarsa comprensione del nostro mestiere, con le richieste superficiali, i clienti che sottovalutano la portata del lavoro, i budget ridotti… tutte cose per cui serve pazienza, capacità di mediare e riformulare con nuove proposte.

Una cosa che mi fa alzare carico la mattina è sapere che ci sono nuovi progetti, nuove conversazioni da avviare. Avere una novità dietro l’angolo, qualcosa che sta per accadere, chiedermi “cosa mi sorprenderà oggi?” Forse sono solo una persona molto curiosa!

Quello che mi butta giù invece sono i cavilli amministrativi e burocratici, fare le fatture elettroniche in primis! Non amo tutte quelle procedure complesse che richiedono rigore ma non sono chiare: quelle situazioni di confusione informativa, in cui le dinamiche sembrano paradossali come nelle sette fatiche di Asterix 🙂

 

Puoi raccontare un evento della tua vita, un avvenimento o una situazione, in cui ti sei trovato a dover mettere in campo tutte le tue energie e competenze per riuscire a sbrogliare una matassa intricata o a raggiungere un traguardo desiderato?

Nel 2013, dopo anni di studio e lavoro in giro per l’Europa, sono tornato nella terra dove sono nato, in Sicilia. Il mio obiettivo era portare in periferia un po’ delle cose interessanti che avevo incontrato altrove, partendo dalle persone. A Londra un’organizzazione con la quale avevo collaborato stava organizzando un evento internazionale sull’innovazione sociale, e stavano scegliendo la città in cui organizzarlo… così mi sono dato da fare perché avvenisse a Siracusa, proponendomi come partener sul territorio. Le risorse erano poche, gli stakeholder molti e diversi, la gestione di tutto quanto era molto complicata, e il tema inoltre era complesso (fare innovazione sociale favorendo l’accoglienza e l’interculturalità). Però l’evento alla fine c’è stato, sono arrivate persone da tutta Europa, professori e imprenditori sociali, rappresentanti delle istituzioni e attivisti, è stata un’esperienza utile e memorabile per tutti. In questo frangente penso di aver lavorato a tutti i livelli: ho negoziato, ho fatto da ponte, ho gestito gli attori locali, ho progettato e creato materiali, ho fatto il facilitatore grafico durante l’evento…. mi interessava poter essere un collante tra il mondo che avevo conosciuto e quello in cui vivevo.

 

Hai mai fatto (o ti piacerebbe fare) un percorso di coaching? Utilizzi degli strumenti di coaching o delle tecniche per il tuo benessere per svolgere al meglio il tuo lavoro? Se sì quali? E quali vorresti imparare (o imparare meglio) ad utilizzare? 

Nel 2018 ho fatto un percorso di formazione in executive coaching e coaching sistemico con l’istituto PNL Meta a Bologna. Il percorso è durato 6 mesi durante i quali mi sono messo in gioco sia come coach sia nel ruolo di coachee. Questa esperienza mi ha messo molto alla prova e mi ha insegnato molto: ho imparato ad ascoltare più attentamente, ho allenato la capacità di dare dei feedback riflessivi sospendendo ogni giudizio. Non è semplice incoraggiare senza dirigere, accompagnare senza forzare, accettare il fatto che le persone che vogliono raggiungere i loro obiettivi lo faranno solo quando si sentiranno pronte a farlo.

Mi piacerebbe migliorare la mia capacità di trovare nell’eccellenza e nella competenza già presenti in una persona la soluzione ai suoi problemi, saper riconoscere le risorse esistenti senza proporre o aggiungere qualcosa di nuovo. Inoltre mi interessa molto il coaching applicato alle dinamiche di gruppo.

Consiglierei il business coaching a chiunque deve gestire un cambiamento professionale o personale, e a chi è in cerca di equilibrio: non solo tra vita lavorativa e personale, anche equilibrio tra stabilità e flessibilità.

 

VUOI SAPERNE DI PIÙ E CONTINUARE A SEGUIRE VINCENZO?

Guarda tutto quello che fa, se puoi partecipa a un suo workshop, ti assicuro che ti aiuterà a migliorarti e a guardare le cose da una nuova prospettiva!

www.commongroundpeople.com
www.linkedin.com/vincenzodimaria

 

 

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