Da oggi parte una nuova rubrica per fare quattro chiacchiere con amici: imprenditori, manager, liberi professionisti e non. Il desiderio è quello di farvi conoscere le storie di persone che hanno raggiunto traguardi e che pure continuano a lavorare ogni giorno per migliorarsi.
La prima amica è una professionista talmente brava nell’organizzazione che io a confronto mi sento una vera e propria frana! Ho scoperto che ci sono davvero tante cose che non conoscevo e che possono essere di grande aiuto nella gestione del proprio lavoro (e di conseguenza nella vita privata).
Ci siamo conosciute in Rete al femminile di Bologna, un’associazione senza scopo di lucro per le donne libere professioniste: a proposito, se sei una freelance perché non ti unisci a noi?
Conoscendo Chiara ho imparato due cose fondamentali: 1-che l’organizzazione è una competenza e come tale si può imparare; 2-che ad ogni età si possono incontrare persone così in gamba da farci continuare a sperare nel genere umano! 🙂
Ecco a voi, Chiara Battaglioni!
Raccontaci chi sei, che lavoro fai, perché hai scelto di farlo e come sei arrivata alla realizzazione nel tuo lavoro.
Mi chiamo Chiara Battaglioni e sono una professional organizer. Aiuto le persone a migliorare le loro competenze organizzative.
Ho scelto questo lavoro dopo un vero e proprio “colpo di fulmine”: da sempre, gli altri vedevano in me capacità e doti organizzative fuori dal comune, che io, per molto tempo, ho dato per scontato.
Nel momento in cui ho capito che potevo essere una risorsa per chi era meno organizzato di me, ecco che ho messo a fuoco il mio percorso e così ho iniziato.
Non mi sento ancora di poter dire di essermi realizzata, ma mi reputo sicuramente fortunata per aver trovato il lavoro dei miei sogni a soli 26 anni.
Quanto pensi sia importante avere a cuore la propria crescita personale?
Avere a cuore la propria crescita personale è fondamentale perché siamo soprattutto noi stessi, quelli in grado di influire positivamente (o negativamente) sulla nostra felicità.
Soprattutto la scelta di essere liberi professionisti richiede un grande coraggio e un profondo desiderio di mettersi in gioco: si incontrano non poche difficoltà e ci si sente spesso soli.
Una buona attitudine mentale è necessaria per non buttarsi giù, ma soprattutto, quando succede (e succede!) per trovare le risorse dentro e fuori di sé per rialzarsi e andare avanti.
Quali sono i risvolti più appassionanti del tuo lavoro e quali le difficoltà che ti trovi ad affrontare più spesso?
Ciò che mi motiva di più nel mio lavoro è la possibilità di dare ad altri freelance come me degli strumenti utili a vivere meglio le proprie giornate lavorative, strumenti organizzativi che riducono lo stress quotidiano e permettono di ritrovare gusto nel proprio lavoro. Credo che l’organizzazione sia uno strumento in grado di restituirci la libertà delle nostre scelte e quando i miei clienti mi raccontano che questo accade nella loro quotidianità… Ecco, questa è la mia molla.
C’è però un altro lato della medaglia: cambiare le proprie abitudini, soprattutto se nocive, non è affatto semplice. E il percorso che svolgo con i miei clienti, soprattutto all’inizio, a volte si rivela in salita. In quei momenti, posso incontrare delle resistenze e/o dei cedimenti: l’importante è avere pazienza e continuare ad ascoltare, per sostenere il cliente al meglio delle mie possibilità.
Puoi raccontare un evento della tua vita, un avvenimento o una situazione, in cui ti sei trovato a dover mettere in campo tutte le tue energie e competenze per riuscire a sbrogliare una matassa intricata o a raggiungere un traguardo desiderato?
Sicuramente è stato il momento in cui ho deciso di lasciare il mio lavoro da dipendente per diventare freelance. Sono stati due anni intensi in cui ho svolto un lavoro molto duro ma anche altrettanto entusiasmante. Purtroppo però dopo un anno e mezzo circa la situazione è capitolata e mi sono sentita in trappola: il dispiacere di lasciare un lavoro che tutto sommato mi piaceva e il senso di colpa di non aver, in qualche modo, “completato” un percorso (idea che poco alla volta si è insinuata in me, “grazie” alle parole di altre persone) mi hanno fatto vacillare, e soffrire, per alcuni mesi. La passione per il lavoro che avevo scelto, quello di professional organizer, e il bisogno di libertà che avvertivo sempre più forte, mi hanno dato la spinta a trovare anche un aiuto esterno per compiere il passo finale e, finalmente, licenziarmi.
Hai mai fatto (o ti piacerebbe fare) un percorso di coaching? Utilizzi degli strumenti di coaching o delle tecniche per il tuo benessere per svolgere al meglio il tuo lavoro? Se sì quali? E quali vorresti imparare (o imparare meglio) ad utilizzare?
Non ho mai seguito un percorso di business coaching e non ne conosco bene gli strumenti. Tuttavia mi piacerebbe molto fare questa esperienza in particolare per districare quella matassa che troppo spesso creo fra ruoli, responsabilità e senso di colpa nel dire no a qualcuno/qualcosa a cui tengo.
Sono sempre stata una persona iperattiva. Mi piace molto essere impegnata e fare tante cose. Questo però a volte mi sfugge di mano, sia nella vita personale che in quella lavorativa.
Credo che un percorso di business coaching potrebbe darmi gli strumenti giusti per “uscire” da questo loop in cui a volte cado e vedere la situazione da un’altra prospettiva, per poter prendere delle decisioni con maggiore chiarezza mentale.
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