La rara arte del saper ascoltare
Quante volte, parlando con colleghi, familiari o amici, abbiamo pensato di non essere stati compresi, di essere stati addirittura fraintesi e di avere completamente fallito nella comunicazione.
La capacità di saper comunicare può migliorare e di molto le nostre relazioni quotidiane, ma il problema è riuscire a utilizzare questa abilità.
Qual è la causa principale di una mancata intesa?
La comunicazione è costituita sempre da un soggetto emittente e da uno ricevente: quando parliamo abbiamo il controllo e sta a noi essere efficaci nella scelta dei contenuti, delle parole, dei tempi a disposizione, per arrivare a calamitare l’attenzione del nostro interlocutore.
Ci è sicuramente capitato di dire o di sentir dire “io quel che dovevo dire l’ho detto, adesso se vuol capire, capisce…”: questo atteggiamento è sempre un errore, perché come emittenti siamo sempre responsabili dell’efficacia della nostra comunicazione e non è possibile delegare all’altro la comprensione.
Trovare la narrazione giusta, quindi, sembrerebbe fondamentale per una buona interazione: le parole corrette, il tono di voce equilibrato, la postura accogliente. Tutto vero.
Ma un aspetto fortemente sottovalutato è che per essere un buon comunicatore è necessario diventare un ottimo ascoltatore:
“l’incapacità dell’uomo di comunicare è il risultato della sua incapacità di ascoltare davvero ciò che viene detto.”
(Carl R. Rogers)
Perché l’ascolto attivo è così importante?
Uno degli storici dirigenti con cui ho lavorato per anni in azienda, e dal quale ho imparato molto del mondo del lavoro e non solo, si arrabbiava moltissimo quando capiva che il suo interlocutore non lo stava davvero ascoltando ma stava già pensando a cosa rispondere subito dopo, per argomentare o giustificarsi.
Urlava e diceva: “non parlare, ascolta!!!”. E di uno che era entrato in azienda decenni prima come fattorino ed era diventato un dirigente c’era da fidarsi se ti diceva di ascoltare, prima di tutto.
L’ascolto attivo è importante perché significa:
– comprendere il contesto in cui ci troviamo;
– percepire le emozioni e gli umori che aleggiano intorno a noi;
– rielaborare quanto ci viene detto per allinearci sulla stessa lunghezza d’onda del nostro interlocutore;
– interpretare i segnali verbali e non verbali;
– valutare la possibilità di interagire ed eventualmente come.
Imparare a comunicare efficacemente non è semplice, ma è possibile: occorrono metodo e allenamento, ci sono tecniche ed esercizi di coaching per sviluppare la nostra capacità di prestare attenzione e di esprimerci correttamente.
Guarda cosa faccio, contattami e raccontami le difficoltà e i blocchi che incontri.
Ti lascio con questo con questo breve video di Julian Treasure che trovo molto ispirante: buon ascolto! 🙂
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